giovedì 4 agosto 2011

Caos e ancora caos

Un caos innaturale
in un inverno di natale
un triste riferimento
in un involucro di cemento
un inizio e fine
in fredde rovine

una fine e inizio
in uno smemorato orifizio.

P. Felith

lunedì 1 agosto 2011

Il tramonto di ghiaccio

Poniamo il caso che ogni certezza venga meno, che i pilastri del nostro essere: affetti, famiglia, amore; vengano irrimediabilmente distrutti dalla realtà.
Così che ogni malessere venga amplificato al fine da ritrovarci naufraghi di noi stessi.
Alcuni attraverso mondi paralleli potrebbero alterare la funzione di misura percettiva in modo da rendere il codominio più accettabile, altri potrebbero invece tentare di bilanciare le funzioni percettive lasciando invariata quella di misura (il codominio viene modificato). La differenza tra le due scelte è la stessa che intercorre tra il sogno e la realtà, forse nessuna se consideriamo il sogno come figlio di se stesso.
Ammettendo che ci sia una realtà, la seconda scelta porta al cambiamento percettivo del nostro essere: di minore rilevanza se la modifica riguarda solo le funzioni di percezione esterne, di maggiore rilevanza se il cambiamento coinvolge anche le funzioni interne (stiamo riplasmando la percezione di noi stessi).
Quando il nostro essere diventa un fardello che non siamo più in grado di portare, allora distruggere la propria percezione per crearne un'altra attraverso una traslazione ci permette di non abbandonare noi stessi, ci permette di "interagire" con la nostra anima attraverso una prospettiva diversa.
La distruzione a volte può avvenire in maniera dolorosa, ossia intraprendendo azioni contrarie al nostro essere al fine di rimodellare la percezione della distanza che intercorre tra l'essere e il non-essere. Percorrendo questa strada è possibile intravedere il tramonto di ghiaccio, la sensazione della fine di un ciclo, che lascerà intatto nella nostra memoria il ricordo del non-essere. Andare contro i propri principi per rafforzarli, per comprendere quanto siano importanti. Un tramonto necessario per aumentare la percezione di se stessi, un freddo che sopraggiunge divorandoci l'anima e solo una speranza: l'alba ossia la consapevolezza del nostro essere. Senza il tramonto di ghiaccio non è possibile rendersi conto di quanto sia caldo il sole, o meglio di quanto sia meraviglioso il proprio essere.

P. Felith

lunedì 18 aprile 2011

Pensieri Sparsi

"La dinamicità nella staticità v.s. la staticità nella dinamicità, un eterno secondo che cerca di essere primo, ma alla fine sa che dovrà scendere per sentirsi in alto. Un paradosso che nasconde un sogno: l'essere senza apparire." P. Felith
"Anche la mediocrità non resiste e si trasforma in volgarità, rumorosa banalità in un tempio di superficialità." P. Felith
"Parlammo del sesso degli angeli, un inconcludente argomento in un finito tempo, per poi scoprire che gli angeli non hanno sesso, ma fanno sesso." P. Felith
"Tra l'indifferenza e la confidenza della mediocrità: la prima a sinistra grazie." P. Felith
"Una vita palindroma, nessuna genesi ma l'apice massimo nella mediana." P. Felith
"L'infinita essenza diventa la propagazione del pensiero collettivo." P. Felith
"La validazione di uno stato d'animo senza un modello analitico porta all'empirismo dell'infinità di emozioni." P. Felith
"Quanto tempo ho buttato per capire che buttavo tempo e quanto ne dovrò buttare per recuperarlo. Ma ho recuperato il tempo che avrei buttato continuando a buttare tempo" P. Felith
"4 si per 4 no, a volte è necessario un paradosso per evitarne un altro" P. Felith
"I traumi nella vita portano a rotture che modificano il proprio essere, sta alla persona trasformarle in forza o in paura" P. Felith

lunedì 28 marzo 2011

Immobile mutare

In un campo di speranza vestuto
un fantoccio denigrato dal vento
attende lo spegnersi del giorno
immobile sperando in un sogno

Guardiano di statica follia
rimembra un passato di poesia
visione di un mondo distante
mutata come barbara realtà ansimante

Il tempo denigra le vesti
vittima delle oscure menti
fermo nel suo dinamico pensiero
perso nel riferimento di banalità giornaliero.

Un vaso pieno di paura duratura
paladino dall'immobile cavalcatura
non salvare questo mondo distante
che la speranza è migrata all'istante.

P. Felith