Un'irrequieta melodia, si dipana nel campo
arcaici ricordi orfani del forese cerbero.
L'arsa terra all'irrazionale divampo
germoglia logore piante figlie del dimero.
Il contadino si desta e al miracolo tripudia
rimembrando una prole dall'arcaico passato.
Ma l'acre intonazione del frutto il gusto assedia
dissipando il mero miraggio del rupestre imbranato.
Un sabato di strana follia è stato consumato
senza che l'umano intelletto ne giovi godimento.
Il timido albatro di cera il sole costeggia
dove il ricordo dell'ardito Icaro troneggia.
P. Felith
lunedì 15 settembre 2014
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